Venerdì 29 aprile
alle ore 20:00 in aula magna
si terrà la tradizionale Notte del racconto del Liceo Lugano 2
dedicata, quest'anno, al tema del Mediterraneo.
Venerdì 10 febbraio alle ore 20:00 si terrà in biblioteca la tradizionale Notte del racconto del Liceo Lugano 2, che quest'anno porterà il titolo Voci nella Notte e sarà dedicata al tema dei sensi.
Tutti gli interessati sono i benvenuti!
Il coro e l'orchestra del Liceo di Lugano 2 presentano un Medley composto da 12 celebri canzoni dei Beatles. In quest'anno particolare, l'attività corale e orchestrale è rimasta a lungo sospesa a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, ma ancor più in un momento così difficile risulta evidente l'importanza di attività, anche all'interno della scuola, che permettano di esprimersi attraverso l'arte e la creatività.
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THE BEATLES - MEDLEY
(Harrison, Lennon, McCartney - arr. A. Pedrazzini)
Direzione e produzione:
prof. Andrea Pedrazzini
Co-produzione:
Giovanni Berardi,
Ramon Fitze,
Valentina Jopiti
Kaukokaipuu’ è una parola finlandese: significa quel sentimento di mancanza, di nostalgia, di rimpianto, quel desiderio di essere in un luogo diverso, diverso da quello in cui siamo e in cui forse non saremo mai.
Di e con
Gemma Castelli Calderò, Laura Malinconico, Anaïs Bortolin, Noemi Bettelini, Gaia Poli, Alessandro Rota, Greta Locatelli, Matilde Jermini, Marwa Alhaj Mohammed Halabieh
Luci e suono
Nora Forni
Pianoforte: Gemma Castelli Calderò
Flauto: Gaia Poli
Violoncello: Matilde Jermini
Testi di
William Shakespeare, Franz Wedekind, Edward Albee, Louis Ferdinand Céline, Jean Cocteau, John Osborne
Lo spettacolo sarà presentato in Aula Magna alle classi Prime secondo il seguente programma:
Note di regia
Il teatro è incontro di corpi, di voci e di fiato. È gruppo, assembramento, vicinanza. Fare teatro significa esporsi con le proprie fragilità, lasciarsi contagiare. Abbiamo dovuto inventarci un modo per fare teatro evitando il contatto, mantenendo le distanze, indossando una mascherina che copre in parte il volto e ostacola il libero flusso delle parole. Siamo partiti dagli occhi, dagli sguardi, dal desiderio di mantenere il contatto, di non perderci di vista. E dalle parole di tanti personaggi dei quali ignoravamo tutto: nome, genere, età, provenienza. Tutto, eccetto quello che in un certo momento della loro esistenza, per noi misteriosa, hanno sentito il bisogno di dire.
Questo lavoro è iniziato leggendo più di cinquanta monologhi tratti da testi drammaturgici molto diversi, dalle tragedie antiche al teatro contemporaneo. Ma la prima regola è stata: è proibito cercare il testo integrale che ospita questo monologo, è proibito indagare sull'identità del personaggio a cui sono state messe in bocca queste parole. La seconda regola: ciascuno scelga tra questi testi quello che per qualche (per qualsiasi) ragione gli risuona familiare, quelle parole che in qualche (qualsiasi) modo gli appartengono.
Un’idea nata dalle contingenze, un’idea che potesse prendere forma, se necessario, evitando di incontrarsi sul palco. Un’idea che ci ha fatto inevitabilmente incontrare personaggi molto diversi tra loro, ma accomunati da una sensazione: la solitudine. E forse non è un caso che queste solitudini ci abbiano accompagnato in questo anno durante il quale abbiamo tutti sperimentato questa condizione che ci spinge inevitabilmente a guardarci dentro, a esplorare luoghi sconosciuti, guidati dallo ‘kaukokaipuu’, lo stimolo inesauribile a diventare quello che già siamo.
I personaggi hanno preso forma, vita, corpo e fiato sul palco, ma la loro nascita è stata accompganata da noi tutti: li abbiamo osservati e ascoltati, abbiamo dedicato loro tempo e cura, a volte abbiamo prestato i nostri corpi per costruire loro attorno ciò di cui avevano bisogno per essere.
E così abbiamo ritrovato il senso del fare teatro: il luogo dal quale si guarda, il luogo dell’incontro.